Coazze (Torino), 1930. Torino, 27 novembre 2000.
“Mario Molinari, altro “sacerdote” della religione “Surfanta”, è uno dei personaggi più caratteristici del mondo surreale e fantastico torinese.
Se si volessero distinguere, per comodità di lettura, due diversi periodi nella produzione artistica di Molinari, si potrebbe individuare un’ “età del rame” degli anni ’60 ed un’“età dell’acciaio” in tempi più recenti Dino Buzzati ha scritto a proposito dei totem in rame di Molinari: “… Se il discobolo di Mirone e il David di Michelangelo all’improvviso prendessero vita, non accadrebbe niente di grave. Ma io non vorrei esserci il giorno che le statue di Molinari, Dio ne guardi, si mettessero inopinatamente in moto. Qualsiasi catastrofe potrebbe succedere. Il gigantesco occhio di “G.R.” vi incenerirebbe al primo sguardo”.
Luigi Carluccio di lui ha scritto: “… la tensione drammatica, tirata fino al grottesco, delle invenzioni di Molinari, sottolineata dalla brutalità grezza della materia usata, dal ricorso diretto alla fiamma ed al martello o dalla ebbrezza stessa del ritrovamento di strumenti così vivi di una stagione remota, si trasforma, come per un gioco d’illusione psicologica ed ottica, in un’esaltazione giocosa e istrionesca, a volte in una inclinazione malinconica.
Sotto le bizzarre apparenze, le maschere selvagge, le estrose pantomime della favola folle e del “non-sense”, è facile, allora intravedere nell’opera di Molinari il lucido rigore, forse la fredda determinazione di cui si nutre”.20
Dagli anni Ottanta si dedicò soprattutto a far sì che l’arte fosse fruibile da tutti, portando la scultura in spazi pubblici in mezzo alla gente. Le sue opere sono presenti in varie collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero.
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20 ID. ibid. p.165